Ricordare persone

 

Chel che u capita nela vita u ma porta da sc’pes a ricordàa person e per fal a ghé una sc’fraca da motìv perché i riva driz driz dal cöör, i vegn metüüd giò con la sc’tima , con el risc’pet, con i sentiment, ma sempro con tanto ... tanto amòor ...

 

Gli eventi della vita mi portano sovente a ricordare persone e per farlo ci sono una infinità di motivi che arrivano dritti dritti dal cuore , vengono estesi con la stima ,con il rispetto , con i sentimenti, ma sempre con tanto ... tanto amore ...

 

 

  1                Dedicata a mio padre :   El tò riposàa / Il tuo riposare

 

  2                In memoria di Gino Mozzettini

  3                In memoria di Bruno Ciocarelli

  4                In memoria di Fede Epis-Tedaldi

  5                In memoria di Inos Decarli

  6                In memoria di Walter Isler

  7                In memoria di Samuele Vosti

  8                In memoria di Giuseppe Pep Scalvi

  9                In memoria di Florinda e Cherubino Torroni

  10              In memoria di Silvio Sonognini

  11              In memoria di Giacomo Chiavenna

  12              In memoria di Jaques Gangin

  13              In memoria di Antonietta Mozzettini

  14              In memoria di Nedo Fraccaroli e Giovanni Zanini

  15              In memoria di Celso Garbani

  16              In memoria di Spartaco Grassi

  17              In memoria di Lino Vaerini                 

  18              In memoria di Enrica Carli

  19              In memoria di Onorina Grassi

  20              In memoria di Guido Lotti

  21              In memoria di Giuseppe Calamari

  22              In memoria di Aldo Nessi

  23              In memoria di Gianfranco Galfetti

  24              In memoria di Silvano Maggini

  25              In memoria di Gianmario Arringa

  26              In memoria di Adele Luisoni

  27              In memoria di Enrico Pedrazzi

  28              In memoria di Fernanda Zenklusen – Canevascini

  29              In memoria di Arialdo Nessi

  30              In memoria di Ettore Masneri

  31              In memoria di Sergio Mozzetti

  32              In memoria di Serafino Jola

  33              In memoria di Enrico Bernasconi – Scalvi

  34              In memoria di Chiarina Codiga

 

 

 

 

 

El tò riposàa

(poesia dedicada al mé pà - 15.04.1915 / 14.01.1974)

 

In gìir l’é tüt un cito cito,

domà el cancel u cifòla e mi a vò denta con pàs legéer ...

La géreta sc’pandüda sül vìal, sota ai mé pàs ,

la sa mööv e la sa sc’posc’ta e adasi adasi la crica ...

Da part al sentée l’é tüta una séra fiorida,

chi tüc’ i riposa ...

Al mé pasàa, da sicüür i ma véed, e forse i ma ricognos ...

Quaidün, sot vòos per mia disc’türbàa, i ma salüda...

Chi a ghé un senso da pàas total...

Sü una lasc’tra greza da granìit una facia la ma sorìid ...

Da tanti an ormai te riposi chi ...

L’é insci che a ta ricordi ...

Caro pà, ti seri bon e ti ridevi sempro

e quando la facia la diventava seria ti someavi a un finto catìiv...

L’é insci che a ta ricordi, caro pà,

seri si, ma bon e content...

 

Il tuo riposare

(poesia dedicata a mio padre - 15.04.1915 / 14.01.1974)

 

Attorno é tutto silenzio,

solo il cancello cigola ed io entro con passo leggero ...

La ghiaia sparsa sul viale sotto i miei passi si muove e si sposta ...

leggermente scricchiola ...

Ai lati del sentiero é tutta una serra fiorita,

qui tutti riposano.

Al mio passare di sicuro essi mi vedono, e forse mi riconosce ...

Qualcuno, sotto voce per non disturbare, mi saluta ...

Qui c’é un senso di pace totale ...

Su una lastra di grezzo granito un volto mi sorride...

Da molti anni ormai tu qui riposi...

E’ così che io ti ricordo :

caro papà, tu eri buono e sorridente

e quando il tuo volto si faceva serioso questi ti rendeva falsamente burbero...

E’ così che ti ricordo, caro papà,

tu eri sì serio,

ma sempre buono e sorridente 

 

 

 

 

 

In memoria di Gino Mozzettini

(Gordola / Vogorno, novembre 2001 – Articolo pubblicato sui giornali)

 

Dopo lunghe sofferenze si é spento l’amico Gino Mozzettini. Lo rivedo indaffarato nel suo rustico al Bolastro dove magistralmente riattava una vetusta e antica casa. Le giornate passate assieme avevano consolidato l’amicizia tra di noi ed oggi un vuoto é rimasto in quel nostro pezzo di Paradiso situato in Val d’Osola. Getterò in suo ricordo un fiore nel pozzo sottostante e lo guarderò sparire tra i flutti, in memoria di un amico che sicuramente non sarà facile dimenticare. Alla famiglia, in particolare alla cara amica Antonietta, vadano le mie più sentite condoglianze.

 

 

 

In memoria di Bruno Ciocarelli

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali – Gordola-Losone, 14 ottobre 2002)

 

Un caro amico se ne é andato. Un caro amico ci ha lasciato.

La notizia della scomparsa di Bruno é una di quelle brutte notizie che non si vorrebbero mai sentire. E`una di quelle notizie a cui non vorresti mai dover credere. Il destino ha però voluto toglierci quell’amico stimato e benvoluto. Quell’amico con il quale abbiamo passato molti momenti lieti, molti momenti di allegria. Caro Bruno, i bei ricordi non mi permetteranno mai di dimenticarti. Le ore allegre passate nelle nostre rispettive cascine di quel piccolo monte della Valle che ci ospita da circa trent’anni saranno per sempre il ricordo indelebile di una grande amicizia. Da circa trent’anni infatti quello era il nostro punto d’incontro, il nostro rifugio dei fine settimana estivi, il posto in cui ci siamo scambiati idée, pensieri, barzellette, belle risate. E`il posto in cui ci siamo reciprocamente aiutati. E`il posto nel quale abbiamo trascorso molte giornate spensierate. Oggi anche quel piccolo monte sentirà la tua mancanza. Tutti noi la sentiremo. E`da non credere che quell’uomo dall’aspetto rude non sarà più con noi. Ma solo l’aspetto era rude. Solo all’apparenza eri un uomo burbero, ma il tuo cuore era tenero. Sei stato un grande lavoratore, un marito, un padre. La vita non ti ha di sicuro riservato solo dolcezze, ma anche purtroppo molti momenti amari . Ma tu li hai sempre superati con coraggio. Oggi i tuoi cari ti piangono.Tutti noi ti piangiamo. Siamo pero’ sicuri che da lassu` veglierai sulla tua adorata moglie Esther, la quale ti ha accompagnato per tanti anni nel tuo lungo cammino . Veglierai sui tuoi cari figli, sui nipoti, su tutti i tuoi cari. Veglierai sugli amici. Oggi il destino ha tentato di strappare una radice dal nostro giardino fiorito, ma non ci é riuscito perché:

 

“Un grande amico é come una radice ...

Se un giorno purtroppo la morte ne porta via il tuo corpo

l’amico non fa domande,

l’amico resta qui e piange.

Sono momenti brutti per tutti ...

per chi prega, per chi pensa, per chi resta ...

Ma nel dolore c’é il vero amico

perché ne resta sempre la radice ...”

 

Ciao Bruno.

 

 

 

 

Un fiore strappato

(In ricordo della cara Fede Epis-Tedaldi

articolo pubblicato sui giornali – Tenero, 22 dicembre 2002)

 

Una notizia inaspettata da tutti: si é spenta la signora Fede Epis-Tedaldi. Una cara mamma ha lasciato i suoi cari. Una cara sposa ha dovuto abbandonare il suo sposo. Una nonna

non potrà più seguire i suoi nipotini. Una cara amica se ne é andata. La malattia e la lunga sofferenza patita ha purtroppo avuto ragione sulla nostra cara Fede. Il destino ci ha così privato della tua amicizia e del tuo sorriso. Ora l’eterno riposo ti porterà a vegliare dall’alto su tutti i tuoi cari.

 

Da incöö un altro fiòor u ghé pü ... Da incöö un altro fiòo l’é perdü ... El desc’tin u la portada via, la so vita l’é sc’parida, l’é naia via ... Da incöö però nel ciel, querciada da un bel vel, a ghé una növa sc’tela ... lée ... che l’é la püsée bela !

                                   

                                                                                                           

 

 

 

In memoria di Inos Decarli

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali – Gordola, 15 marzo 2003)

 

Una notizia improvvisa ha rattristato in questi giorni tutta la comunità del paese . L’amico Inos Decarli non é più. L’ immensa folla che lo ha accompagnato alle esequie ha voluto dimostrare quanto da molti era amato e stimato. Non credo esistano parole abbastanza, per alleviare il dolore nella perdita di un caro congiunto. Esiste però la consapevolezza del grande e immenso segno di bontà che il caro Inos ha lasciato a tutti noi. In questi ultimi mesi , vissuti nel travaglio della malattia egli ha dimostrato tutto il suo amore, l’attaccamento alla famiglia, la sua bontà. Ora i volti sono rigati dalle lacrime . Ora i volti sono tristi. Non é certo facile per una sposa dover dire addio al proprio uomo. Non é facile per i figli doversi staccare dal proprio padre. Non é facile per un fratello dare un simile addio. Ma soprattutto é difficile per un papà vedersi portare via il figlio. Il destino purtroppo ha voluto cosi. Un amaro destino ha strappato un fiore dal vostro giardino. Vi consoli il fatto che in un angolo del cielo quel fiore rimarrà sempre nel suo splendore. Vi consoli il fatto che Inos oggi non soffre più. Egli ha ritrovato la mamma e il fratello che lo hanno preceduto.

Vi consoli il fatto che lui ora veglia su tutti voi.

 

 

 

 

In memoria del caro amico Walter Isler

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali – Gordola, 11 aprile 2003)

 

In nome della stima che ci ha legato per molti anni, anche se con una grande tristezza, ho accettato di porgere l’ultimo addio al nostro caro Walter. Certe notizie, anche se da tempo preventivate, arrivano comunque e sempre troppo improvvise. Certe notizie , in cuor nostro , non le vorremmo mai sentire . La scomparsa di un amico é sempre un triste evento. Ma la scomparsa di un vero amico ti spezza il cuore, e con la mente ti vorresti accanire in mille modi contro un così cattivo destino. Caro Walter ... da moltissimi anni eravamo amici . Ci siamo incontrati e avvicinati da adolescenti. Ci siamo frequentati da giovanotti. Ci siamo ritrovati che eravamo già uomini, sposi e padri di famiglia entrambi. Assieme , e lo possiamo dire forte e sempre nel rispetto di tutti , ci siamo molto divertiti. Assieme abbiamo vissuto molteplici avventure. Assieme possiamo dire che ne abbiamo fatto di “tutti i colori”. Dalle marachelle giovanili , alle felici scorribande da adulti ... tutte belle ed amichevoli avventure. Molte volte ci siamo cercati ... così ... semplicemente cercati. Molte volte ci siamo raccontati i nostri problemi, i travagli . E il tutto é sempre finito in allegria. Una qualunque battuta, magari una barzelletta, e i nostri discorsi avevano un finale sempre gioioso. Oggi , non mi sembra vero il fatto di non sentirti a replicare. Ci siamo sempre detti che il destino ci ha creati entrambi con la testa dura. Scusami Walter, ma oggi oso dirti che la tua era sicuramente più dura della mia. Quando mi hai raccontato delle prime avvisaglie sui tuoi problemi fisici, avevo insistito sul fatto che dovevi andare subito da un medico. So che non mi hai dato retta. Non hai dato retta a mé e non l’hai data a molti altri che ti dicevano le stesse cose. C’é comunque una scusante . Mi avevi confidato di avere una grande paura. Pochi mesi fa , in occasione della scomparsa di un nostro comune amico , con molto timore avevi espresso amaramente l’idea di dover subire la stessa fine. Purtroppo, anche se in un altro modo, sei stato comunque indovino. Da oggi la vita , per molti di noi non sarà più la stessa senza di te. Sarà così anche per me. Mi mancherai Walter. Ogni 23 ottobre che arriverà , avrà un sapore più amaro in quanto non potremo più festeggiare assieme. Non potremo più cercare di anticiparci a vicenda dicendo agli amici “se arriva lui... guarda che compie gli anni”..! Tutto questo purtroppo é finito. Caro Walter, io oggi voglio e devo chiederti scusa. Un pò di tempo fa da quel letto d’ospedale in cui giacevi , con un fil di voce mi avevi detto di ritornare a trovarti. Con il nodo in gola ti avevo promesso di si. Oggi ti chiedo scusa perché non ne ho più avuto il coraggio. Oggi, in tutti noi c’é la consapevolezza che tu hai preso un’altra strada, hai preso un’altra via. Una direzione di non ritorno che ti porta purtroppo lontano per sempre da tutti noi. Una direzione che, dopo il travaglio della dolorosa malattia , ti adagerà in un nuovo mondo . Dopo il grande dolore sopportato troverai un mondo di pace e di tranquillità. In quel mondo in cui ora hai ritrovato la tua cara mamma e il tuo caro fratello. Da quel mondo veglierai sulla tua dolce sposa che ti é stata compagna per la vita, e della quale ne sei sempre stato orgoglioso. Veglierai sulle tue care figlie, sui tuoi nipotini, su tutti i tuoi parenti. Volgi uno sguardo anche a chi ti ha stimato e voluto bene. Ciao Walter... per la tua dolce famiglia sei stato uno sposo, un papà, un nonno ...

Per me sei stato un vero amico non ti scorderò mai ... Ciao Walter.

 

 

 

 

In memoria dell’amico Samuele Vosti

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali Gerra Piano, 13 giugno 2003)

 

Un crudele destino ci porta oggi a dare l’ultimo saluto ad uncarissimo amico. Il nostro Sam ha lasciato tutti nella incredulità. Una tragica fatalità ha privato tutti noi della sua vera e sincera amicizia. Amicizia e lealtà erano due doti che Sam faceva trasparire in ogni momento , sotto quei suoi simpatici baffoni. Era un uomo sempre pronto alla battuta, era un uomo sincero , pronto ad aiutare chiunque in qualunque momento. Anche in occasione del nostro ultimo incontro, avvenuto pochi giorni fa, ti eri dimostrato come sempre subito pronto ad aiutarmi. Poche ma sincere parole e poi , purtroppo inconsapevoli ambedue... l’ultimo ciao. Caro Sam... con orgoglio eri arrivato a quella fatidica soglia dei sessant’anni... quella soglia tanto attesa... quella soglia che , da molti sognata, avrebbe potuto regalarti una vita meno occupata, così da poterla godere come nei molti sogni fatti ad occhi aperti. Purtroppo , per te, tutto rimarrà solamente un desiderio minimamente realizzato. Sappi però che in tutti noi hai lasciato un grande segno. Quel tuo fare bonario, quella felicità che dimostravi per tutte le tue grandi passioni: la terra, gli animali, quel tuo attaccamento alle tue origini vallerane , al lavoro e a tutto ciò che ti circondava . Dimostrazioni di affetto che rimarranno per tutti noi un vero e sincero ricordo. Ora potrai solo vegliare dal cielo su chi ti ha conosciuto, stimato e amato. In questo triste momento sappi che in molti siamo vicini ai tuoi famigliari, in particolare alla tua dolce e amata consorte Giuseppina , oggi duramente provata da questo amaro destino , così come a tutti gli altri tuoi cari parenti.

Ciao amico ... saremo in molti a non poterti scordare ...

Ciao Sam.

 

 

 

 

In memoria di Giuseppe “Pep” Scalvi

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali Tenero-Gordola, 20 settembre 2003)

 

Oggi un nodo mi stringe la gola. Una notizia inaspettata mi annuncia la scomparsa dell’amico Giuseppe “Pep” Scalvi. Un qualcosa di misterioso mi induce a ricordarne la persona, l’uomo, l’amico. La mente mi ritorna quindi ai lontani anni 50 e 60. La mente mi ritorna indelebile a quei tempi ormai passati. Improvvisamente mi ritrovo in quell’angolo di Paradiso chiamato “Ressighe” dove abbiamo avuto la fortuna di vivere entrambi. È lì che ci siamo conosciuti , é lì che abbiamo vissuto una buona parte della nostra vita. Sul muretto della piccola rongia che passa davanti alla mia casa natia, rivedo un simpatico vecchietto ... é tuo padre... lentamente si siede e con gesto sicuro appoggia il bastone sulle ginocchia. È arrivato fino lì per la sua quotidiana passeggiata. A me ragazzino racconta la sua vita. Poco più in là , a un centinaio di metri circa, c’é un sentiero. Su quel sentiero rivedo un baldo giovanotto che ritorna stanco ma felice dal proprio lavoro. Quel baldo giovanotto eri tu , caro Pep. La tua giornata trascorsa tra le serre fiorite era terminata. Lentamente percorro i tempi con la mente. Ti rivedo rincorrere felice un pallone sul campo di calcio ... ti rivedo attore a recitare raggiante su un palcoscenico... ti rivedo ad aiutare gli amici nelle tue tante e diverse passioni. Ma gli anni passano. Quell’angolo di Paradiso chiamato “Ressighe” ci vede partire entrambi . Quell’angolo di Paradiso lentamente si trasforma. Gli anni passano. Molte volte casualmente ci incontriamo. Non siamo più oramai ,tu un baldo giovanotto ed io un ragazzino. No , siamo diventati uomini . Il destino ci ha riservato anche molte cose belle. Ma oggi un nodo mi stringe la gola. Caro Pep , in molti di noi hai lasciato un dolce e simpatico ricordo. Il tuo carattere gioviale , la sincerità, la dolcezza e il tuo sorriso ci porteranno a non dimenticarti mai . Sei stato un bellissimo esempio di cordialità . Ciao Pep.

 

 

 

 

In memoria di Florinda e Cherubino Torroni

(articolo pubblicato sui giornali – Gordola, giugno 2004)

 

Il giorno 4 giugno, dopo una sofferta degenza di oltre un mese, si é spenta presso la Clinica S.Chiara di Locarno la forte fibra della conosciutissima Florinda Torroni. La cara Florinda era benvoluta da tutti e la dimostrazione di questo affetto é stata la grandissima partecipazione al suo funerale. Essa proveniva dalla famiglia Panscera di Brione Verzasca e andava fiera delle sue origini verzaschesi. Negli anni quaranta era andata in sposa ad Ettore Torroni e si era trasferita al piano creando cosi la sua famiglia. Fu impiegata per oltre un trentennio presso le vecchie Scuole Comunali di Gordola in qualità di bidella tutto fare. Negli anni della meritata quiescenza si é prodigata in particolar modo quale volontaria a favore degli anziani della Casa di Riposo Solarium, oltre ad altre molteplici attività. Il giorno 14 giugno, a soli dieci giorni dalla scomparsa della mamma Florinda, si é spento anche Cherubino Torroni. Come la mamma anche il caro Cherubino era benvoluto da tutti. La folta schiera di amici e conoscenti che lo hanno accompagnato alla sua ultima dimora, sono la dimostrazione tangibile del grande affetto e della stima che la gente di Gordola e della Valle Verzasca aveva nei suoi confronti. Florinda e Cherubino furono assieme nella vita cosi come lo furono nella malattia. Ora i due cari defunti, accomunati nella morte, riposano assieme al marito, rispettivamente padre, nel Camposanto di Gordola. 

 

 

 

 

In memoria dell’Artista Pittore e Scrittore Silvio Sonognini

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali Gordola, 28 giugno 2005) 

 

“Passano gli anni , ti indeboliscono il corpo .Non importa , ti impreziosiscono lo spirito . Impara tutti i giorni qualcosa e regalalo a chi ami ...” Caro Silvio , ho letto con le lacrime agli occhi questa tua bellissima frase , che i tuoi cari oggi hanno giustamente divulgato . Leggendola mi sono ritrovato con un nodo alla gola e una grande stretta al cuore , perché improvvisamente so di aver perso un amico .Un grande amico ma sopratutto un artista . Si , perché tu artista lo eri, con la A maiuscola . Un giorno ho osato confessarti la mia debolezza nel non essere capace a fare nemmeno un semplice disegno . Divertito cominciasti a tirare delle righe su un piccolo foglio di carta dicendomi : “Posibil ? Ma varda che ié boi tüc’ ... basc’ta véegh un moc’ d’un lapis e un tochign da carta ...! Varda , te fé insci ... te tira quatro rìigh e el disegn l’é bele che fec’ ..! Se pöö te vö coloril ... l’é a sée un penelign e un pò da pitüra ...” In pochi secondi avevi disegnato magistralmente un paesaggio. Le tue semplici mani mi avevano dimostrato le tue grandi e immense capacità . Con quelle mani esperte hai lavorato molto hai disegnato molto. Con quelle mani gentili però hai accarezzato con amore il volto della tua amata consorte . Con quelle mani dorate hai scompigliato i riccioli dei tuoi diletti figli e dei tuoi nipotini . Ma sopratutto con quelle mani sapienti hai scritto molte cose belle . Ho letto e riletto le tue “Storie del nonno dopo cena”. In quelle innumerevoli parole , oltre che le mani esperte vi ho

trovato il cuore . In quei racconti vi ho trovato l’uomo tutto d’un pezzo , che ha voluto lasciare a noi tutti le , talvolta dolci e talvolta purtroppo tristi e tragiche storie dei monti e degli alpi che hai faticosamente attraversato fin da bambino . Fra quei ricordi , “tra Sonögn , Mügaia e Püscen Negro”, vi ho trovato un cuore gonfio d’amore. Ebbene , quel grande cuore e tutto l’ amore   é scritto in una tua piccola storiella che giustamente i tuoi cari mi hanno incaricato di leggere :

 

Sc’telom ...

Eco , mi a go da nàa in sgiü ...

vegn amò a fat carezàa ...

lasom amò sentìi el tò profüm da cavra...

Sc’telom , domagn mi a compis i sées an

e a déev nàa in sgiü Sc’telom ,

a gò da nàa a sc’cola ...

e ti brasgia mia se tim tröva mia ,

perché mi at pensa ...

Sc’telom ,

si , ti te sé una cavra ,

ma una cavra con el cöör grand ...

Ciao sc’telom ...

domagn quando a sarò sü per posc’ta e a narò via ,

e a laserò Sonögn e i nos montagn ,

a sarò con ti, sc’telom ...

Magari mi a piansg’ , sc’telom ...

ma ti brasgia mia disc’perada sü pi cronit ..! “

 

Queste poche e semplici parole vanno a spiegare al mondo intero la tua dolcezza e a far sentire con immensità il tuo grande cuore di uomo Verzaschese . Da ora in poi in cielo brilla una nuova stella sei tu caro Silvio . Io ti immagino con un “moc’ da lapis” tra le mani mentre sicuramente stai scrivendo e dipingendo tra gli Angeli . Tempo fa ridevamo assieme divertiti per una “valìis vegia ca fec’ el gìir del mond” . D’ora in avanti penserò molto a “chela valìis” e “al mé artisc’ta e amìis ..!” Ciao Silvio

 

 

 

 

In memoria del piccolo Giacomo Chiavenna

 

Nel nostro piccolo eremo adesso manca un fiore ...

se ne é andato lontano ...

e da lontano vi manda l’amore ...

Era un bell’Angioletto ed ora é in cielo in mezzo alle stelle ...

Da lassù vi guarda, vi pensa, vi aiuta ...

Adesso é nel mezzo di un campo di fiori

e sarà sempre tra i vostri amori ...

 

 

 

 

In memoria di Jacques Ganguin

(articolo pubblicato sui giornali)

 

C’é un triste pensiero per l’amico che se ne é andato ...

C’é grande tristezza per l’amico che ci ha lasciato ...

Vi é una grande solitudine ricordando l’amico perduto ...

C’é vera gratitudine per averlo conosciuto e apprezzato ...

I bellissimi momenti passati assieme in allegria resteranno vivi sempre nella memoria ...

Ciao Gechi.

 

 

 

In memoria di Antonietta Mozzettini

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Vogorno / Gordola, 1 novembre 2005)

 

Quando gli amici se ne vanno , vi é sempre un pezzo del nostro cuore che viene strappato . Lentamente il mondo che ci circonda purtroppo si assottiglia e tutto diventa più mesto . Cara Antonietta , in questi ultimi otto anni abbiamo trascorso porta a porta diversi giorni della nostra vita in quel piccolo angolo di mondo immerso tra gli alberi che selvaggiamente si specchiano nel fiume . In quei nostri modesti e simpatici rifugi abbiamo avuto l’occasione per conoscerci meglio , ma soprattutto vi é stata l’occasione per apprezzare a vicenda le nostre idée e i nostri modi di fare . Abbiamo avuto l’occasione per unire simpaticamente ed in vera amicizia le nostre famiglie . Abbiamo avuto molte occasioni di aiutarci l’un l’altro nei momenti gioiosi e pure in quelli tristi. Si dice che : “chi trova un amico trova un tesoro” . È vero . Per la mia famiglia la tua amicizia , cara Antonietta , é stata di grande e vero valore . In futuro certamente mi mancherà la tua compagnia nei viaggi di andata e ritorno in valle. E mi mancherà il tuo sorriso . Mi mancherà quel tuo simpatico richiamo . Mi mancheranno le tue idée , le opinioni , i suggerimenti , i consigli ...Mi mancherà il tuo caffé che gentilmente mi offrivi . E mancheranno anche i tuoi dolci manicaretti che regolarmente ci donavi con l’aggiunta della frase : “anche per oggi lasciamo perdere la linea” . In quell’angolo di mondo un pò selvaggio ci mancherà quel tuo simpatico scampanellìo con il quale in un modo alquanto comico ci annunciavi che era giunta l’ora di pranzo . Ma soprattutto a tutti noi ci mancherai tu , cara Antonietta . Tu che costantemente eri pronta ad aiutare tutto e tutti . E di questo tuo modo di fare i tuoi adorati figli ne potranno sempre essere fieri . In tua memoria un altro fiore verrà gettato nell’acqua di quel pozzo sotto casa . Mentre lentamente scenderà a valle io lo guarderò quando sarà in mezzo ai flutti e lo seguirò con lo sguardo mentre sparirà tra i sassi. So che si congiungerà con quell’altro fiore che é stato gettato nello stesso pozzo cinque anni fa . Sarà questo il mio saluto particolare a te cara amica . Sarà questo il mio saluto personale a quella che simpaticamente ho ritenuto una cara e brava “sorella maggiore”.

Ciao Antonietta.

 

 

 

 

 

In memoria di Nedo Fraccaroli e Giovanni Zanini

(Articolo pubblicato sui giornali - Lugano / Gerra Gambarogno / Gordola, 16 febbraio 2006)

 

Il movimento teatrale Ticinese ha perso due suoi grandi amici e appassionati . È con grande tristezza che ho saputo della improvvisa scomparsa di Nedo e di Giovanni . Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere l’amico Nedo già negli anni 70 in quanto la passione del palcoscenico ci accomunava . Si deve a lui in particolar modo la nascita della “Federazione delle Filodrammatiche” . Bravo attore e regista ha lavorato per molti anni nelle diverse Compagnie teatrali fino ad arrivare ,al fianco della sua amata consorte Martha , apprezzato attore della Radio e della Televisione. L’amico Giovanni invece l’ho potuto apprezzare particolarmente in veste di scenografo avendo collaborato con me per un certo periodo . Anche lui però ha calcato il palcoscenico , sia come attore sia come scenografo , nella Filodrammatica del suo paese natale . Ora lassù saranno già impegnati ambedue in mezzo agli altri artisti che li hanno preceduti . Nedo avrà già sicuramente un copione in mano ed é pronto a dirigere e recitare . Giovanni invece con colori e pennello tra le mani starà dipingendo sfondi e quinte . Alle care Martha e Gabriella, con le loro rispettive famiglie, la sicurezza che i vostri cari non verranno mai dimenticati.

 

 

 

 

In memoria di Celso Garbani

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Gresso / Gordola, 27 aprile 2006)

 

Caro amico , molte volte mi avevi chiesto , ridendo e scherzando , quali parole eventualmente avrei preparato per darti e per dirti l’ultimo ed estremo addio . Tu sapevi benissimo che quella é sempre stata una domanda alla quale non ho mai voluto e potuto dare una risposta , perché avrebbe significato il distacco . Purtroppo però oggi , quel momento del distacco é arrivato ... quell’amico io l’ho perso perché tu non ci sei più e la cosa mi rattrista moltissimo . Oggi , seguendo un tuo espresso desiderio e anche su richiesta dei tuoi cari famigliari , ho preparato quelle ultime e tristi parole che non avrei mai voluto dire . Caro Celso , in occasione del nostro ultimo incontro avevo visto trasparire molta sofferenza sul tuo volto. I tuoi occhi però luccicavano anche di gioia e un tenue sorriso , quel giorno , era ben visibile sul tuo viso . Proprio quel giorno , in quella triste camera , era entrato anche un raggio di sole . Si , perché proprio quel giorno c’era tra gli altri , la tua cara mamma , che ti sedeva al fianco . Nei vostri occhi , anche se in altra misura , brillava il sole della vostra Valle Onsernone e di Gresso il vostro amato paese natìo . Nella tristezza e nella consapevolezza del difficile momento , ci fu quindi posto anche per un pò di misurata gioia . Ed é lì che   fisicamente per l’ultima volta ti salutai , rispondendo al gesto delle tue mani tese . Quelle stesse mani che nel corso degli anni tu hai usato per aiutare molta gente , con tanta volontà e con tanta capacità creativa . Personalmente ho avuto la fortuna di essere tra quelle persone e per questo te ne sarò per sempre grato . In quel triste giorno ho stretto per l’ultima volta quelle stesse mani che tu avevi posto tempo fa sulle mie spalle , in segno di ringraziamento e di ammirazione in più di una circostanza . Lo avevi fatto nei momenti tristi , in cui salutavamo assieme e per sempre dei cari e comuni amici scomparsi , così come lo avevi fatto nei molteplici momenti trascorsi assieme in una sana e spensierata allegria . Quelle stesse mani che hanno lasciato sulla carta le tue memorie . Quelle tristi memorie che un giorno mi avevi chiesto di riscrivere e di trascrivere per te . Ed io l’ho fatto , con tanta volontà , perché quelle erano le parole di un vero amico sincero . In quelle pagine risaltava, e risalta tutt’ora , tutto il tuo carattere e la tua bontà . Per questo motivo oggi ti dedico ancora una volta quella mia semplice poesia dal titolo “Un piccolo segno“ che tu tanto avevi apprezzato e che é il mio pensiero che chiude quel tuo libro dal titolo Io Celso Garbani mi racconto” :

 

“Sedersi un attimo a pensare ,

cercare nella testa qualcosa da dire , da spiegare ...

Sedersi un attimo e mettersi a scrivere...

Tentare di crear parole...

non solo per te , ma anche per gli altri...

Tentare di lasciare un segno...

un qualcosa di bello , di buono , di vivo , di sano...

Un segno da leggere...

Un pensiero per ricordare la vita ,

gli anni , le persone...

Quelle cattive e anche quelle buone...

Un segno da lasciare alla gente , agli amici e ai parenti...

Un segno lasciato al mondo... senza pretese...

Solamente un piccolo segno...

lasciato così , sulla carta della vita...”

 

Ciao Celso.

 

 

 

 

In ricordo di Spartaco Grassi

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Tenero Contra / Gordola, 17 luglio 2006)

 

Son passati ormai quasi quarant’anni da quando , in un piccolo ma simpatico ritrovo pubblico di Tenero ho incontrato per la prima volta il caro Spartaco. Io ero allora un giovanotto dalle belle speranze, lui era invece già un uomo fatto. Ritornando indietro con la memoria, mi restano indelebili le tante serate e quei numerosi fine settimana dei bei tempi andati che, seduti nella saletta interna o , tempo permettendo nel sempre accogliente giardino, abbiamo trascorso in compagnia e in totale allegria . Così come indelebili restano i ricordi dei numerosi lavori eseguiti praticamente al suo fianco . Lui era sempre pronto a rinnovare . Era sempre pronto a creare qualche cosa di nuovo. Fu così che , al fianco della sua cara compagna Onorina, da uomo pratico e volonteroso qual’era si é distinto anche in una sorta di direzione dei lavori di ristrutturazione e di ricostruzione delle loro belle abitazioni che si trovano in quel magnifico terrazzo sopra al paese . Lì ha ragionato e lavorato con grande capacità, ma sopratutto con grande cuore. Poi arrivò anche per lui la meritata quescienza . Su quel magnifico terrazzo che é il paesino di Contra ha vissuto sicuramente e tranquillamente dei bellissimi anni . Il suo grande cuore lo ha portato poi a voler seguire e non mai abbandonare la sua cara moglie, in quel triste periodo della malattia che l’aveva colpita e dove gli é sempre rimasto al fianco, giorno dopo giorno . Questo era il caro Spartaco . Lui era un grande uomo. In questi ultimi anni però anche la sua pur forte fibra é stata minata e il destino non gli ha più concesso molto. Personalmente l’ho rincontrato dopo diversi anni , quando era già ammalato e degente alla Casa di Riposo per Anziani Solarium di Gordola, dove la cara e adorata Onorina non lo ha mai abbandonato . Anche lei gli é sempre restata al suo fianco, fino alla fine. Cara Onorina, ieri con molta tristezza mi hai detto che d’ora in avanti ti sentirai più sola perché lui era sempre vicino a te e ti faceva tanta compagnia . Questo purtroppo é il destino . Ma mi hai però anche detto e sottolineato che sei felice perché ti ritrovi in una grande famiglia dove tutti ti aiutano e dove tutti ti vogliono bene . Ecco, questo ti aiuterà sicuramente a guardare avanti con serenità perché al tuo fianco ci sarà comunque sempre qualcuno . E oltre alla grande famiglia della Casa per Anziani ci sarà sempre anche lui, il tuo caro Spartaco , perché come non ti ha mai abbandonata prima, non lo farà neanche adesso.

Egli veglierà sempre su di te .

Ciao Spartaco.

 

 

 

 

In memoria di Lino Vaerini

(articolo pubblicato sui giornali - Gordola, 13 ottobre 2006)

 

Le tristi notizie trovano sempre una verità nuda e cruda . L’avvisaglia delle tue critiche condizioni di salute si é rivelata purtroppo veritiera. Ed é così caro Lino che te ne sei andato, sofferente , in silenzio, lasciandoci soli e addolorati. Oggi tento di ritornare nella memoria e negli anni passati. E allora ti rivedo, ragazzo diligente quando eravamo compagni di scuola all’Avviamento Professionale. Così come ti rivedo, già giovanotto, quando assieme ci trovavamo , prima apprendisti e in seguito operai, sui diversi cantieri della zona. Poi ti rivedo quando spensierati e allegri eravamo nei pressi dei campi di calcio o alle sagre paesane. Ma ti rivedo volentieri anche bravo attore sul palcoscenico, quando negli anni settanta /ottanta recitavamo assieme. Pochi anni fa ti ho rivisto, quando con tanta maestria modellavi le lastre di rame e di piombo sul tetto di casa mia. Tutti bei ricordi . Poi però ti ho incontrato per l’ultima volta pochi mesi fa quando il tuo fisico purtroppo era già minato dalla malattia e ti ho salutato quasi di sfuggita. Ora dal cielo stai guardando e vegliando su tutti i tuoi cari che tanto ti hanno voluto bene.  Ciao Lino.

 

 

 

 

In ricordo di Enrica Carli

(Articolo per giornali- Tenero, 3 aprile 2007)

 

Martedi 3 aprile si é improvvisamente fermato il lungo cammino terreno di Enrica Carli. Era nata e cresciuta in zona “Ressighe” a Tenero nel 1922, dove ha trascorso i suoi primi anni di vita . Con grande amore e rispetto ha accompagnato i genitori nel loro cammino senza mai abbandonarli. Alla morte del papà (el Ricolin brescian) si era trasferita con la mamma Beatrice in “Via alla Centrale dove rimase fino agli anni settanta. Lasciò quella casa solo dopo la morte della genitrice per trasferirsi in “Via Saliciolo” vicino alla sua affezzionata nipote Renata. Sempre circondata da nipoti e pronipoti aiutò e fu aiutata dalle amate sorelle Angela e Alba che gli furono sempre vicine. Era ancora quasi una ragazzina quando venne impiegata presso la Cartiera di Tenero. Apprezzata operaia per ben 46 anni si era guadagnata la stima di tutti i colleghi e delle maestranze. Poco prima del pensionamento fu insignita dell’alta Onoreficenza di “Cavaliere del lavoro” da parte del Governo Italiano. I suoi amati nipoti e pronipoti la vogliono ricordare dicendogli:

 

Grazie zia Rica ...

sempre viva rimarrà nella nostra memoria quella tua bella chioma

che ogni giorno di più diventava argentea ...

D’ora in avanti però non potremo mai più sentire

quel tenue brivido di quando con grande amore ci accarezzavi il viso ...

Purtroppo il capo lentamente hai reclinato

e mestamente ci hai lasciato ...

Adesso riposi in quel giardino ricoperto di fiori

nel Camposanto di Tenero assieme ai tuoi genitori ...

Con loro adesso stai mano nella mano,

cosi come volevi tu da sempre con quel desideri tanto umano ...

Ci hai dato tanto amore

e a tutti rimarrai nel cuore

Per noi é stata una grande fortuna averti ...

Grazie zia Rica,

ti ricorderemo per tutta la vita ...

 

 

 

 

 

In ricordo di Onorina Grassi

(articolo pubblicato sui giornali - Gordola, 5 settembre 2007)

 

Un viso sincero, uno sguardo amichevole, un fare bonario, una persona sempre cordiale e sempre gentile. Onorina era per me tutto questo. Le numerose dolci e simpatiche serate di 30/40 anni fa , passate in quell’angolo di giardino del Ristorante San Martino di Tenero, in queste ultime ore mi sono rimbalzate nella mente. Come si può non ricordare quei simpatici momenti ! Come si può non pensare a quei giorni felici ! Quante parole, quante discussioni, quante gustose cenette , quante allegre cantate ! Poi tutto cambia , ma anche se il destino ha con il passare degli anni diradato i nostri incontri, la stima e l’amicizia reciproca è comunque rimasta. In seguito , la sua lunga degenza presso la Casa di Riposo per Anziani Solarium di Gordola ci ha fatto di nuovo incontrare. Ed è così , che in occasione delle piccole feste organizzate dal Volontariato ho avuto il privilegio di sedermi ancora al suo stesso tavolo e , in modo del tutto spensierato e bonario, intonare con lei in totale allegria come facevamo molti anni fa, una qualche canzonetta nostrana. Mi diceva che quei piccoli momenti allegri la aiutavano anche a dimenticare per un attimo i suoi problemi , i dispiaceri , le malattie.

Ecco perché sono qui oggi a ricordare una cara amica.

Ora se ne é andata in silenzio, ha abbandonato questo nostro mondo ed ha raggiunto, dopo un triste distacco durato circa 13 mesi, il suo adorato consorte Spartaco .

Ora , per la cara Onorina , sono finite le sofferenze ed è ritornata felice.

Ciao Onorina , ciao e grazie per la stima, la fiducia e l’amicizia che mi hai dato.

 

 

 

 

 

In ricordo del mio grande amico Guido Lotti    

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Gordola, 27 dicembre 2007)

 

Improvvisamente una fisarmonica ha smesso di suonare, perché un nostro grande e sincero amico ci ha lasciato. Caro Guido , quella bellissima frase voluta dai tuoi cari e che dice : “A te il nostro pensiero , a noi il tuo ricordo” mi ha particolarmente colpito. E sarà sicuramente così, perché chi ti é stato vicino, così come chi ti é stato amico, avrà sempre un pensiero per te, ma soprattutto ne avrà perennemente un dolce ricordo. Purtroppo d’ora in avanti le tue pratiche mani non potranno mai più sfiorare quella dolce tastiera armonica. Per questo la tua tanto amata scala musicale per molti di noi rimarrà muta. Con te se ne é andata una persona che in tanti abbiamo ammirato. Avevi e dimostravi una intramontabile disponibilità . Ti si chiamava per allietare un pomeriggio o una serata e tu eri sempre presente. Nel limite del possibile non mi dicevi mai di no. Saremo in molti a non poter dimenticare le innumerevoli ore passate al tuo fianco in totale allegria. Conoscendoti a fondo siamo anche tutti consapevoli che fortunatamente la passione per la musica ti ha sempre aiutato negli anni a superare le varie traversie che hai avuto nella vita. Ogni volta ti sei sempre rialzato consolidando la tua forte fibra. E andavi a giusta ragione sempre orgoglioso di tutto e di tutti. In particolare e soprattutto della famiglia, di tutti i tuoi cari, e poi per gli amici, per le tue mai dimenticate origini, per il simbolo rosso e blu della nostra amata zona, per il tuo vigneto sulle colline, per la musica, per l’orchestrina, per i vari gruppi musicali e canori che hai inventato, guidato e diretto sempre con quel tuo fare bonario e con grandissima professionalità. Personalmente ho avuto il piacere di esserti amico, ho avuto il piacere di poter collaborare con te per lo spettacolo, così come ho avuto anche il grande onore di inventare e scrivere, su tua richiesta, le parole di una canzone dedicata alla nostra Nazionale e che tu da uomo navigato hai musicato e preparato magistralmente assieme al tuo ultimo gruppo canoro : i “Canta che ti passa”. Nel tuo ricordo e sentendoti a me vicino , lo ascolterò spesso e volentieri quell’inno. Qualcuno, in queste ultime ore di veglia, mi ha detto che sei stato rapito a noi perché anche lassù hanno bisogno di musica e di allegria. È senz’altro vero, ed io sono anche sicuro che ci hai lasciati perché lassù c’é un altra importante orchestra che ti aspettava. Nei tuoi prossimi concerti vedrai che in prima fila ad ascoltarti troverai tra gli angeli molti cari amici ai quali mancava la tua dolce musica.

Ciao Guido, sei sempre stato un caro amico.

 

 

 

 

 

In ricordo di Giuseppe Calamari

(articolo pubblicato sui giornali – Gordola, 21 gennaio 2008)

 

Lunedì 21 gennaio un numeroso stuolo di amici e conoscenti si sono affiancati ai famigliari ed hanno accompagnato alla sua ultima dimora il caro amico Giuseppe Calamari. Egli ha lasciato un grande segno e un grande vuoto, soprattutto nella comunità di Gordola dove ha formato la sua famiglia e dove si era stabilito da molti anni. Era infatti arrivato da noi nel lontano 1963 quando, giovanotto dalle belle speranze, aveva lasciato la sua amata terra Piacentina in cerca di lavoro e un pò di fortuna. Giuseppe é stato sicuramente uno dei migliori esempi nella sua vita di immigrato. Integrato nel migliore dei modi in questa nostra terra egli era rispettoso di tutto e di tutti, era esperto e capacissimo nella sua professione e dopo aver lavorato per circa un ventennio a Locarno nel noto negozio di Romano Tagliavanti, posto conosciuto pure come il “ritrovo”, in principio degli anni 80 realizza il suo sogno e apre finalmente il suo “Salone” di barbiere a Gordola. Benvoluto da tutti per la bontà e per le sue capacità di dialogo che dimostrava sempre, egli ha svolto la sua professione fino all’ultimo. Purtroppo il 22 dicembre scorso ha chiuso per l’ultima volta la porta del suo amato “Salone” in quanto il destino non gli ha più dato possibilità di ritorno. In questi ultimi giorni vi era molto stupore sul volto di tutti coloro che, abituati a trovarlo sempre attivo sul posto di lavoro, se ne dovevano tornare a casa mesti dopo aver fatto vari tentativi di varcare ancora una volta quella soglia, ma che ne dovevano constatare purtroppo l’involontaria ma definitiva chiusura. Dopo un breve quanto triste e doloroso periodo di degenza in Ospedale, Giuseppe se ne é andato in silenzio, quasi a non voler disturbare nessuno. Per i suoi famigliari e parenti, per gli amici e per i numerosi clienti affezzionati é stato un duro colpo. A lui e in sua memoria va un grande grazie di cuore da parte di una moltitudine di persone. Come ben detto dal Parroco in occasione del funerale, d’ora in avanti nel nostro paese mancherà quel “confessionale atipico” ubicato in un negozio da parrucchiere dove in molti ci si é confidati e quasi “confessati” parlando del più e del meno, parlando dei nostri problemi, degli avvenimenti sportivi e di molte altre vicissitudini.

Alla moglie, ai figli e a tutto il vasto parentado le più sincere condoglianze .

Ciao Giuseppe.

 

 

 

 

 

In ricordo di Aldo Nessi

(articolo pubblicato sui giornali – Tenero, 3 aprile 2008)

 

Se ne é andato in silenzio , quasi a non voler disturbare nessuno . Lo si vedeva sempre nella sua amata officina ,nei pressi della oramai innominata “crosera” di Tenero. Da moltissimi anni immancabilmente l’amico Aldo era li , tutti i santi giorni . Dagli immensi blocchi di granito , di beola o di marmo egli faceva rivivere l’anima e il cuore che vi trovava all’interno , ne estrappolava volti , orologi , fontane , croci . Si gustava la frescura all’ombra dell’antico platano nei giorni torridi mentre nei giorni rigidi godeva del poco calore emanato dal vecchio caminetto esterno . La oramai vetusta bicicletta appoggiata alla porta del magazzino ... le mani solide forti e callose ... lo sguardo serio ... l’immancabile grembiule blu ... il necessario e grosso grembiule in pelle ... gli occhialini para schegge ... gli appositi scalpelli e il mazzotto tra le mani e il viso ricoperto di polvere proveniente dal sasso appena scolpito che appoggiava sul pavimento coperto da scaglie ! Ora quegli scalpelli

purtroppo sono rimasti orfani di quelle mani rugose . A chi lo ha visto ricurvo e sempre attivo sul posto di lavoro , a chi lo vedeva seduto sul suo muretto nei pochi minuti di pausa che si regalava , rimane il ricordo di un uomo sempre cordiale con tutti . Rimangono soprattutto le innumerevoli opere da lui scolpite e modellate . A noi rimane il ricordo del suo sorriso .

A lui diciamo un ultimo cordiale saluto : ciao barba

 

 

 

 

 

In memoria di Gianfranco Galfetti

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Indemini / Tenero, 27 novembre 2008)

 

Cari Roberta, Gherard, Irene e Americo, con le vostre rispettive famiglie ... non é per nulla facile porgere l’ultimo saluto a una cara persona che ci ha lasciato per sempre, ma é con un grande sentimento di amicizia che voglio dedicare oggi queste mie poche parole alla memoria del caro amico Gianfranco .Tu sei sempre stato un uomo alla ricerca dello spirito libero. In passato ti ho sentito diverse volte a dire che ad un certo punto della tua esistenza avresti cambiato totalmente il tuo modo di vivere . In quei tempi avevi un solo e grande desiderio che sognavi sempre ad occhi aperti e che ti ripetevi, dicendo al mondo intero che avresti dato vita a tutti i tuoi sogni : “libero come il vento ... nel bel mezzo di un bosco con un tetto sulla testa ... con due caprette e quattro galline quali compagni di avventura ...” ! Fu così che all’inizio degli anni ottanta lo hai concretizzato davvero quel tuo grande desiderio, godendo di quella tua idea di estraniarsi , di quella tua scelta particolare per poter poi essere veramente “libero come il vento”, andando lassù sugli impervi monti, dove hai vissuto per molti anni una vita quasi in solitaria. Una scelta sicuramente non facile che però, e di questo ne sono sicuro, ti ha reso immensamente appagato e felice. Daltronde era quello che volevi e con grande forza d’animo e con un chiaro e immenso spirito di avventura lo hai esaudito fino in fondo. Quando scendevi al piano lo facevi quasi di mala voglia perché nel cuore ti veniva a mancare improvvisamente quel tuo strano mondo solitario. Solo i problemi di salute sono riusciti ad allontanarti da quella tua amata cascina che pazientemente hai riattato, lassù nel bel mezzo di un selvaggio bosco. Ora hai trovato un mondo nuovo che potrai percorrere per sempre su comodi sentieri , serenamente, così come potrai per sempre godere di tutti i tuoi sogni e di tutti i tuoi desideri .Ora sei davvero “libero come il vento” !

Ciao Gianfranco.

 

 

 

 

In memoria di Silvano Maggini

(articolo pubblicato sui giornali – Gordola, 3 gennaio 2009)

 

Accompagnati dalla dolce musica delle canzoni “La campana del villaggio” e “Il silenzio” un numeroso gruppo di amici si é stretto sabato pomeriggio attorno ai famigliari del caro Silvano in un ultimo accorato abbraccio. Con un nodo alla gola e con le lacrime agli occhi abbiamo salutato per sempre uno dei nostri migliori artigiani che nella zona si é distinto per la sua bravura , in particolar modo riattando con le proprie artistiche solide e pratiche mani una moltitudine di rustici, costruendo muri in pietra che parlano da sé e tetti in piode che al solo guardarli sembrano le pagine ordinate di un libro . Quel suo modo di fare lo presentava magari come un uomo alquanto burbero, invece egli aveva il cuore in mano ed era sempre pronto ad aiutare il prossimo. La sua pur forte fibra ha però dovuto soccombere e cedere inesorabilmente davanti alla grave malattia che negli ultimi tempi lo aveva attanagliato distruggendo purtroppo l’uomo forte e mai domo. Ai famigliari in particolar modo alla moglie , ai figli e alla sorella così duramente colpiti , vadano le più sentite condoglianze da parte anche di tutti gli amici di Lavertezzo-Montedato e di Gordola, luoghi in cui egli ha vissuto e lavorato e che hanno la consapevolezza di aver perso una cara persona.

 Ciao Silvano.

 

 

 

 

 

In memoria di Gianmario Arringa

(articolo pubblicato sui giornali – Tenero / Gordola, 7 settembre 2010)

 

Vi é sempre una grande tristezza che ti provoca un nodo in gola quando devi salutare definitivamente un caro amico. Ho incontrato Gianmario per l’ultima volta pochi giorni fa. L’avevo visto molto provato dalla terribile malattia che purtroppo non gli ha dato scampo. Soffriva, soffriva molto e nelle sue ultime parole vi era una quasi totale rassegnazione per il forzato e immediato rientro in ospedale. In questi ultimi mesi per lui c’é stata solo sofferenza dalla quale riusciva comunque a staccarsi momentamente quando gli parlavi di teatro o di poesia. Gianmario era un grande uomo di teatro e di spettacolo, ma purtroppo per lui in questi ultimi mesi non c’é stata nessuna recita personale. So che gli piaceva la poesia e conoscendo il suo fantastico timbro di voce era balenata in me l’idea di organizzare assieme una serata dedicata alla poesia dialettale. Tempo fa ne avevamo parlato ma non ci siamo riusciti in quanto purtroppo il destino ha voluto diversamente. In quella camera d’ospedale gli avevo donato una mia raccolta di poesie e lui l’aveva accettata solo dopo aver insistito che io gli facessi una mia dedica personale. Oggi mi sento di salutarlo con una mia poesia che gli sarebbe stata affidata per l’apertura di quella ipotetica serata:

 

« La valìis di mé amìis »

Un dì o incontràat un amìis,

l’era content perché u doveva partìi per i vacanz e quindi u nava da presa a preparàa i valìis ... Un augüri da bon viac’ a ga lo dìi per fàagh corag’ ...

El dì dopo o incontràat un altro amìis

lüü u ghera la facia sc’cüra e l’era rabiàat con el mond intregh

perché da incöö in avanti u glavrà püsèe düra ...

La sò dona la ga dìi da nàa via per sempro da cà e la ga sc’batüüd giò i valìis dala finesc’tra ... Una roba insci la ma da fasc’tidi ma l’é lüü che u doveva mia cambiàa minesc’tra ...

 L’altréer per càas o incontràat un amìis, l’é tanto temp che al vedevi pü ...

lüü la fai fortüna , l’é diventàad sciòor ...

U ma dìi che ades u vìiv in modo san ,

u pò giràa el mond e u ga sempro la valìis in man ...

Beato lüü che u pò nàa sempro in gìir e sempro püsée lontan ..!

 Iéer o incontràat un amìis , a lo visc’t tanto preocüpàad ...

U piangeva ... u ma dìi che in un atim u sé ritrovàat disocüpàad...

Forse u dovrà fa sü i valìis e partìi ... e mi sincerament al so mia cosa dìi ...

Sc’tamatina o incontràat un amìis , sc’mort come un patüsc’ ,

patìit e senza pü nesüna fidücia ...

A ghé mia bisögn da ves dotòor per capìi che lüü per sempro l’é adré per partìi ...

El desc’tin ormai u ga preparàagh lüü per sempro la valìis...

e anca l’om püsée törla pürtrop u la capìit...

Mi a gheri un amìis , lü ormai l’é da un pez che l’é partìid per sempro ...

La vivüüt una vita da tribüleri e l’é nai via pitosc’t in presa ...

Ades l’é li che u ghigna , sc’tampäad denta in una pioda piazada sü una tomba ...

sota ai ram d’una bela pianta che la ga fa sempro ombra ...

Per lüü ormai a ga né pü da valìis

e quando a ga pasi via visin al salüdi come una volta disendogh domà : ciao amìis ..!

 

Ciao Gian.

 

 

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In ricordo di Adele Luisoni

(articolo pubblicato sui giornali - Ligornetto / Gordola, 14 ottobre 2010)

 

Con grande dispiacere ho saputo della dipartita della cara Adele Luisoni. Ho un ricordo indelebile della cara Adele con la quale ho avuto la fortuna di trascorrere, nell’ormai lontano 1998, quasi un mese presso una Clinica di riabilitazione a Sementina. Eravamo tutti e due reduci da un “viaggetto” oltralpe dove avevamo subito una operazione analoga. In quei giorni é nata una grande amicizia tra di noi . Eravamo una decina di pazienti e la cara Adele era quella che “tirava” letteralmente il gruppo. Le tristezze delle nostre condizioni di salute erano state tutte cancellate. Quanta allegria in quei giorni ! Negli anni scorsi ho avuto la fortuna di andare a trovarla nella sua dolce casetta e devo ammettere che ogni volta era una festa per tutti e due. Ora mi sembra di rivederla seduta presso il camino, o fra le verdure del suo orto del quale ne andava fiera, o ancora sulla porta del pollaio tra quelle bellissime galline nostrane. Adele era sempre allegra e felice di rivangare quei giorni trascorsi assieme. Giorni che grazie a lei non potrò mai dimenticare ! Sono sicuro che lassù avrà ritrovato anche il suo orto dove serenamente trascorrerà la sua nuova vita.

Ciao Adele.

 

 

 

 

In memoria di Enrico Pedrazzi

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Gordola, 17 novembre 2010)

 

Verso la fine degli anni 60, ogni volta che si passava dalle Scalate assieme, era quasi un rito fermarsi al suo podere .Oggi ricordo volentieri e rivedo quella insolita e usuale scena:

 

“Un sentée, la sceresa, el vec’ polée ... una pigna da legna quarciada dai laméer, un cancel : a sem sü nela cà vegia di Sc’carà . L’entrada che porta driz in cüsina ... con i müür sc’cür îid dal füm e con el camin negro da carisc’na. El sòo che trapasa l’inferiada u pica denta i sò rag’ e u ga fa ghilitiga ala credenza . Un vec’ padelin, anca lüü negro come un carbon, l’é tacàad sü sora ala brasa con denta el cafè che trota . Dent, sul fond di banchet, setàad da part al camin a ghé la zia che pela casc’tegn e la mam Mirza che la ma ofris el café. Da föra, sota ala lobia una bela pianta da limon ... e vüna da nesc’pol . Giò in fond una bela rosa la rampiga süla ringhiera. Sota da nüm el mond intregh...el ronch cüràad e lüsc’tro ... el böc’ dela Val ... el pian ... el làagh ... e da là i montagn... Un vero paradìis ! Pogiàad al tavolin da sas el Rico u ma dìis da chel che l’é el sò sögn dela vita : “...ti vedi ... un bel dì a sarò chi ... con in man la forbis dela vigna a cüràa el mé ronch ... e che u sa ciaviga el mond ..!”

 

Tra lui e il sogno però purtroppo c’era il destino e quel sogno ha potuto realizzarsi solo meno della metà. Enrico era un grande uomo, gentile ... pratico ... buono . Amava la vita, la famiglia, la precisione. Amava il lavoro . Ha trascorso una infinità di giornate iniziando alle 5 di mattina e non smettendo fino alle 11 di sera. Aveva rispetto per tutto ciò che lo circondava. Chi come me ha avuto l’onore e la fortuna di essere alle sue dipendenze per molti anni, ancora oggi lo può dire ad alta voce che da lui abbiamo avuto molto. Per noi é stato, non posso dire un papà perché sarebbe pretendere troppo, ma un fratello maggiore si. Quel fratello maggiore sempre pronto ... sempre presente ... che ci ha guidato, aiutato e insegnato molte cose della vita. Una delle ultime volte in cui sono passato a trovarlo mi ha quasi redarguito ... perché la volta prima non ho voluto disturbarlo mentre riposava :

“Ti fai màa ... ti dovevi ciamam ... perché 4 parol con ti ai avresi fai volentera ..!”  

Grazie Rico ... grazie di cuore per tutto ciò che mi hai detto ... che mi hai dato ... che mi hai insegnato. Cari Lucia e Alberto, a nome anche di tutti gli altri collaboratori, operai e apprendisti che hanno lavorato alle sue dipendenze porgo le nostre più sentite condoglianze.

“Ciao Rico ... ades ti ghé un altro ronch da fàagh adré ... e che u sa ciaviga el mond ..!”

 

 

 

 

 

In memoria di Fernanda Zenklusen-Canevascini

(articolo pubblicato sui giornali – Tenero, 3 dicembre 2010)

 

Dopo lunghe e interminabili sofferenze, sempre affrontate con grande dignità, ci ha lasciati la nostra cara Fernanda. Il Comitato e tutti i componenti del Gruppo teatrale “Il Grappolo” di Tenero oltre che una grande amica hanno perso una persona pratica e di buon esempio a tutti. L’amicizia infatti era immensa ed in questi anni la compagnia teatrale gli é rimasta sempre vicina ascoltando i suoi consigli e le sue direttive. Fino a quando il fisico glie lo ha permesso Fernanda marcava presenza alle prove distribuendo il suo talento e il suo aiuto incondizionato, dando sempre una mano o una voce di conforto. A dimostrazione del giusto attaccamento i soci del “Grappolo” hanno presenziato in massa ai funerali e alle belle parole espresse da un loro componente sono scoppiati tutti in pianto. Ora Fernanda é su di un altro palcoscenico e di lassù continuerà per sempre a vegliare e a dirigere i suoi pupilli che sicuramente non riusciranno a dimenticarla.

Ai famigliari in lutto, in particolar modo al marito Erwin, le più sentite condoglianze.

Ciao Fernanda.

 

 

 

 

 

In memoria di Arialdo Nessi

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Minusio / Tenero, 9 aprile 2011)

 

Voglio esprimere un semplice e purtroppo ultimo doveroso saluto ad una persona speciale che ha trascorso questi suoi ultimi anni di vita in serenità , spensieratezza e grande amicizia con tutta la nostra famiglia e che se ne é andato via così , in fretta , in silenzio , quasi a non voler disturbare come d’altronde era nel suo carattere . Mi piace ricordare di lui soprattutto il suo interesse per l’arte in generale e quel suo amore sfrenato per la natura e per i colori che la stessa regolarmente nel corso delle stagioni ci regala. Specialmente nel periodo autunnale egli rimaneva estasiato dal repentino cambio di colore dei nostri boschi . Amava la sua Rivapiana, il suo lago, la sua dolce casetta, il suo prato, i suoi alberi, i suoi fiori dei quali ne andava fiero e che appena sbocciati erano motivo di colore e profumo per abbellire il centro della tavola. Ma i suoi interessi andavano ben oltre, come il ricordo sempre vivo dei suoi cari defunti che regolarmente menzionava, in particolar modo i nonni , il papà , il fratello Aldo, poi l’amato zio Cech da lui assistito per diversi anni fino all’ultimo respiro fino ad arrivare all’adorata mamma persa in tenera età e con la quale, nei suoi ultimi desideri , ha deciso di andare a riposare per sempre nel Camposanto di Tenero . Era sempre entusiasta anche dei miei scritti e aspettava trepidante che io gli portavo quelle mie modeste opere che tanto apprezzava.Per questo voglio dedicare a lui , grande amante della natura, questa mia semplice poesia :

 

“Güsc’täa la natüra”

 

Un sentée ... un pensée ...

Vés in gìir coi manich rivoltàad dela camisa

e incontràa una facia amisa ...

Viagiàa con pàs sicüür ...

Cercàa da rivàa ala méta prima che u da scià el sc’cüür ...

Sc’chisciàa adasi l’erba giovina ...

Guardàs in gìir... magari divertìid...

Sc’coprìi la natüra növa... güsc’tala...

Métes per un atim ala pröva...

Fermàs... setàs giò sü un sas... tiràa el fiàad ...

Chel bel viagiàa nela pàas d’un sentée da montagna...

o in riva a un làagh...

o sc’chisciàa la sabia del màar...

Chel mia dovée sempro dàagh a tràa a quaidün che caragna ...

Nàagh adré al rumòor de l’acqua che sc’còor in un fiüm ...

nel làagh ... nel màar

Chel bel vés in gìir ... da per ti...

per tentàa da lasàa indré tüc’ i gabol ...

Chel someàa magari un pò egoisc’ta per podée,

anca se domà per un atim,

pensàa domà a ti ...

 

Ciao Arialdo , riposa in pace.

 

 

 

 

 

In memoria di Ettore Masneri

(Gordola / Tenero, agosto 2011)

 

Ho un caro ricordo dell’amico Ettore e penso ai diversi bei momenti trascorsi assieme, dove ci scambiavamo pensieri e confrontavamo idée ... o quando ci divertivamo con semplici parole ... magari raccontandoci l’ultima barzelletta sentita in giro. Ricordo di lui una bella e sana amicizia e la notizia della sua scomparsa mi ha colpito molto. Sapevo della malattia che lo attanagliava, ma al nostro ultimo incontro avvenuto circa tre mesi fa sul suo volto c’era la serenità e nulla mi aveva fatto capire o pensare che sarebbe finita così presto.

Mi mancheranno le sue idée ... le sue ricette ... i suoi gustosi funghi chiodini ..!

Ma soprattutto mi mancherà la sua amicizia .

Ciao Ettore, riposa in pace.

 

 

 

 

In memoria di Sergio Mozzetti

(Gordola, ottobre 2011)

 

Un altro amico se ne é andato...un altro amico ci ha lasciato. Ricordo l’amicizia ... la cordialità ... la stima reciproca ... i bei momenti trascorsi assieme ... i momenti allegri ... Ma ora purtroppo se ne é andato ... troppo presto ... quasi di nascosto ... in silenzio ... Ora da lassù veglia sui suoi cari ...  Ciao Sergio, riposa in pace.

 

 

 

 

In memoria di Serafino Jola

(articolo pubblicato sui giornali, Gordola 27 gennaio 2012)

 

E’ con grande rincrescimento che vengo a sapere della dipartita del caro amico Serafino. Lo rivedo impegnato sul palcoscenico, prima all’ex Pia Opera San Luigi e poi al Marcato Coperto, quando, con la mitica regia di Quirino, fianco a fianco tentavamo di dare qualcosa in modo teatrale all’affezionatissimo pubblico di Gordola e dintorni che regolarmente ci seguiva. Lo rivedo con quel suo fare bonario quando un nodo in gola lo “strozzava” letteralmente e non riusciva più a parlare alimentando così in modo magistrale quelle parti drammatiche che ci venivano affidate. Memore degli anni in cui io lo seguivo da pubblico, ma sopratutto onorato dall’aver potuto recitare al suo fianco, Serafino rimarrà nel mio cuore come uno tra i migliori partner avuti sul palcoscenico. Penso alle belle serate trascorse assieme con in mano i diversi copioni dei lavori recitati quali “Il manichino di legno” nel 1970 , oppure in “Mietitura” nel 1974 , oppure ancora ne “Gli alberi muoiono in piedi” nel 1977 che, se non sbalglio, fu la sua ultima apparizione in veste di attore. In questi ultimi anni purtroppo ci siamo incontrati poche volte ma quelle poche volte erano momenti belli che ci riportavano entrambi con il pensiero alla grande passione che ci accomunava. In sua memoria voglio dedicargli questa mia vecchia poesia :

 

L’amìis

 

Quando u ta cerca , o u ta ciama un amìis ,

dàagh a tràa , sc’coltel sempro ...

Incöö magari l’é lüü che u ga bisögn da ti

ma doman l’é sicüür che ti saré ti a véegh la necesità da lüü ,

o dela sò persona ...

Mai dìigh da no ala sicüreza ...

Mai dìigh da no a l’amicizia ...

Una man la lava sempro chel’altra ...

e se ti vöri véegh un doman in compagnia ...

dàagh a tràa a l’amìis lasel mai nàa via ...

 

A Luciana, Mario e Luigi con le rispettive famiglie

le mie più sentite Condoglianze.

 

 

 

 

In memoria di Enrico Bernasconi-Scalvi

(Gordola, aprile 2012)

 

Carissime Erminia, Patrizia e famigliari tutti è con grande tristezza che ho voluto portare l’ultimo saluto al vostro caro Enrico. Ne ricordo volentieri il suo carattere dolce … il suo sorriso particolare … quegli occhietti furbi … quei suoi baffetti squadrati … Ad ogni nostro incontro c’è sempre stato un saluto cordiale … due parole di allegria … semplicemente … ma sempre in linea con quel suo fare bonario e fraterno … Da oggi nel cielo vi è una nuova stella che veglierà su tutti noi che gli abbiamo voluto bene e lo abbiamo apprezzato …

Una vecchia canzone diceva :

pensiamoci ogni sera al tramontar del sole … sarà l’appuntamento che uniti ci terrà ..!

Ecco … a quell’appuntamento non dovremo mancare …

sarà il modo più dolce per ricordarlo …

 

 

 

 

 

In memoria di Chiarina Codiga

(lettura al funerale e articolo pubblicato sui giornali - Montedato, 25 agosto 2012)

 

In mezzo ai fiori e nel silenzio di una solatia cameretta che si specchia nel lago di fronte a San Nazzaro ci ha lasciato la nostra cara zia Chiarina. Dopo una vita intensa di lavoro sicuramente non è certo stato facile per lei accettare quel ricovero quasi forzato lontano dal suo giardino, dal suo orto, dal suo vigneto e dalla sua amata Bugaro. Su quel bel volto sempre roseo il suo sorriso si era già un pò spento un paio di anni fa, quando è iniziato per lei un certo calvario. Con grande coraggio però ha sopportato i numerosi problemi fisici che l’hanno portata per sempre lontana dal suo eremo. Quando si entrava nella sua cameretta si aveva comunque la convinzione che quella sistemazione aveva anche un qualcosa di speciale. Sul tavolino, così come sul comodino, sul pavimento, o così come nel bellissimo balcone, era tutto un fiore.

Già … i fiori … la sua grande passione di tutta la vita.Ma la vita non gli ha dato solo fiori, anche per lei non è stato facile vivere. Ultima nata in una povera famiglia numerosa e rimasta praticamente subito orfana di padre, ha conosciuto molto presto le fatiche di sopravvivenza al fianco dell’amata mamma in quegli anni miseri per tutti. Già da bambina, come tutti gli altri fratelli e sorelle, ha dovuto imparare a guadagnarsi da vivere da sola e lo ha fatto appunto sempre in mezzo ai fiori. Lei era nata tra i fiori e con loro ha passato gli anni accarezzandoli dolcemente, trattandoli sempre con grande amore, prima nella tenuta della signora Suter a Tenero e oltre Gottardo, poi per diversi anni nel negozio floreale Frontini di Bellinzona dove dava sfogo alle sue grandi capacità di giardiniera. Sorrideva felice quando gli portavamo un ulteriore vaso di fiori e ci ringraziava con quella sua dolce vocina. Andava soprattutto orgogliosa di quei bei mazzetti di camelie, di rose o di fiori di campo che il caro fratello Vito regolarmente le portava. Riusciva così anche a quasi nascondere quelle piccole lacrimucce che sovente le rigavano il viso.Ora è lassù, perché lassù probabilmente c’è un grande giardino colorato che non poteva più attendere e che ha assolutamente bisogno di essere accudito da lei. Cara zia Chiarina, ogni volta che ci salutavamo ci accarezzavi dolcemente le mani o il viso così come lo facevi con i fiori.

Grazie , grazie di tutto il bene che ci hai dato.

Lassù tra le stelle ora c’è ne una più luminosa e più fiorita, sei tu che vegli su tutti noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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